C’è qualcosa di profondamente rigenerante nel partire per la montagna d’inverno. Lasciare alle spalle il rumore della città, il ritmo frenetico delle giornate, e ritrovarsi immersi in un paesaggio bianco e immobile, dove anche il tempo sembra rallentare. Questo è il racconto di qualche giorno trascorso tra le cime innevate, dove ogni istante ha il sapore semplice e prezioso della meraviglia.
Il viaggio verso l’altopiano è un lento salire tra tornanti e boschi innevati, accompagnato dal cambiamento della luce e dall’aria che si fa più tagliente. All’arrivo, un piccolo rifugio in legno ci accoglie con il profumo del legno bruciato e il tepore delle stufe accese. Fuori, il silenzio è quasi assoluto, interrotto solo dal fruscio della neve che cade leggera.
Dopo aver sistemato i bagagli, ci concediamo una breve passeggiata: ogni ramo è ricamato di bianco, ogni suono ovattato. Il tramonto tinge di rosa le vette lontane. È l’inizio perfetto.
La giornata comincia presto, con la voglia di scoprire le piste. Il cielo è terso, di un azzurro quasi irreale. Gli impianti ci portano in alto, dove l’aria pizzica la pelle e lo sguardo si apre su panorami infiniti. Sciare su neve compatta, tra boschi di abeti e discese dolci, è una sensazione di libertà assoluta.
A mezzogiorno ci fermiamo in un rifugio d’alta quota: legno scuro, panche accoglienti, zuppe calde e polenta fumante. Ogni boccone ha il sapore della fatica e della montagna vera. Dopo pranzo, ci si sdraia sulla neve con il viso rivolto al sole, in quel raro momento in cui non si ha bisogno di nulla.
Oggi lasciamo gli sci per le ciaspole. Il sentiero si snoda in un bosco silenzioso, dove le tracce degli animali ci raccontano storie invisibili. Camminare nella neve profonda, lontano da tutto, è come entrare in un mondo parallelo.
La destinazione è un piccolo lago ghiacciato, nascosto tra le montagne. Qui ci fermiamo per un tè caldo dal thermos e per ascoltare il silenzio. È una meditazione spontanea, un modo per sentirsi piccoli e, allo stesso tempo, parte di qualcosa di immenso.
Il giorno della partenza arriva troppo in fretta. Ma c’è tempo per un’ultima colazione davanti al camino, per un ultimo sguardo alla neve che cade lenta. Si fa fatica a riprendere la via del ritorno, ma si parte con il cuore pieno.
La montagna d’inverno non è solo sport o paesaggi da cartolina. È uno spazio dell’anima dove ritrovare sé stessi. È il rumore ovattato dei passi nella neve, il calore del rifugio, l’aria pulita che ti entra nei polmoni e ti cambia dentro.


























