Qualche giorno a Courmayeur è sufficiente per staccare dal ritmo frenetico della città e immergersi nella maestosità delle Alpi. Il Monte Bianco domina lo scenario, imponente e silenzioso, mentre i vicoli del centro raccontano storie antiche tra boutique eleganti e caffè dal sapore autentico.
Ogni mattina cominciava con il profumo del legno bruciato nei camini e la luce fredda del sole sulle cime innevate. Le passeggiate tra i boschi di larici e abeti erano rigeneranti, e il silenzio della neve fresca ovattava ogni pensiero.
Ma il momento più atteso arrivava sempre all’ora di pranzo, quando ci si rifugiava in una trattoria di montagna, una di quelle con le pareti in pietra, le travi di legno a vista e il personale che ti accoglie con un sorriso sincero. È lì che ho assaggiato una delle migliori polente della mia vita: polenta con il cervo.
La polenta, densa e cremosa, era fatta con farina macinata a pietra, cotta lentamente nel paiolo di rame. Sopra, uno spezzatino di cervo tenerissimo, cotto a fuoco lento nel vino rosso con aromi di bosco: ginepro, alloro, rosmarino. Il sapore era intenso, profondo, il calore perfetto dopo una giornata all’aperto. Un bicchiere di Fumin o di Torrette e tutto sembrava completarsi.
In quei giorni, tra ciaspolate, rifugi e piatti robusti, Courmayeur si è rivelata non solo una meta alpina, ma un'esperienza che resta addosso, come il profumo della legna nei vestiti.























